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Chi cazzo se ne frega! Le palme, lo stadio, e la rovina dell’Italia – DigiComunico

Chi cazzo se ne frega! Le palme, lo stadio, e la rovina dell’Italia

Ho guardato dentro ad uno specchio (ah, no, era il televisore!) e ho visto un Paese senza problemi. Ah già, dimenticavo. In questi giorni ho visto un’Italia fortemente divisa su questioni da cui dipende il nostro futuro; le palme e lo stadio! Verrebbe facile una battuta sulla “Repubblica delle banane”, ma lascio volentieri l’occasione a qualcun altro.

Come avrete ben capito, ripercorrerò (facendo alcune considerazioni) due importantissime vicende: le palme in Piazza Duomo a Milano e la costruzione dello Stadio della Roma. Vicende di importanza superiore, roba che fa dimenticare tutta la merda che ci circonda. Ma bando alle ciance, ripercorriamo le vicende.

Giorni fa, appaiono magicamente delle palme in piazza Duomo a Milano.palme-milano Gusti a parte, personalmente vedo questa iniziativa come una trovata di Starbucks – la catena che ha partecipato al bando per finanziare e sponsorizzare i giardini, lo ha vinto, e ha avuto l’approvazione della giunta comunale e delle Belle Arti.  Certamente una trovata di marketing, quindi, per attirare l’attenzione sul proprio brand,  cosa peraltro legittima, dato che l’intento del suo finanziamento al progetto era proprio quello di promuoversi, e che si è rivelata molto efficace. La cosa spaventosa non è sicuramente questa ma la reazione dei troppi “destropati” che hanno riversato i social di cazzate, distribuito banane in piazza, portato banane gonfiabili in consiglio comunale a Milano e, ciliegina sulla torta, dato fuoco alle stesse povere palme! Tutti a parlare di queste cazzo di palme. Ma non è finita, perché 4-5 giorni fa sono apparsi anche i banani! Ora sì che abbiamo da parlare per un’altra settimana!

stadio-romaSe non fosse che emerge un nuovo problema, ben più rilevante. La costruzione dello Stadio della Roma, un’importantissima questione di portata nazionale. Per fortuna! Abbiamo un altro argomento di cui possiamo parlare per un’altra settimana.  La vicenda: tutto nasce dal gran polverone alzato dalla “Sindaca” di Roma affermando che lo stadio non si sarebbe fatto, come invece previsto e approvato dalla precedente giunta comunale. Da qui, il caos. Finalmente tutta la nazione si è potuta riunire nel grande dilemma italiano: “Stadio sì, o Stadio no?”.  Da qui l’immediato intervento del superiore della “Sindaca”, “il Supremo” Beppe Grillo, che subito ha cambiato la rotta presa dai suoi sottoposti: “consulteremo il popolo!”. Invece no,  lo stadio si farà ma non nella zona inizialmente indicata per la costruzione.  Infine, “il supremo” affiancato dal suo personale consulente è andato a trattare, insieme alla sottoposta “Sindaca”, con la società sportiva e.. Lo stadio si farà, nella zona inizialmente indicata dal progetto, ma con 2 grattacieli in meno e qualche aneddoto relativo alle costruzioni eco-compatibili che rinfranca tutta la nazione. Anche stavolta l’abbiamo scampata! Tiriamo tutti un sospiro di sollievo e attendiamo con ansia qualcosa degno del nostro prossimo parlare quotidiano.

Ora, dopo aver vissuto e superato due problematiche come queste, mi sento certamente meglio. Soddisfatto dal fatto che se ai TG i problemi più rilevanti sono questi, significa ovviamente che in questo Paese i problemi veramente gravi non esistono. E voglio credere che sia davvero così. Perché se invece ci fosse la disoccupazione giovanile a oltre il 50%; se ci fosse in atto una guerra invisibile e meschina, che chiamerei “guerra economica”; se ci fosse un’incapacità di gestire le ondate migratorie di decine di migliaia di persone disperate;  se ci fosse un’incapacità globale di gestire l’inquinamento; se ci fosse da gestire l’inizio di una scarsità di risorse nel mondo e una disparità nella loro divisione tra i popoli; se ci fosse tutto questo, beh, ci sarebbe molto da dire su giornali e telegiornali!

Ma meglio così, vuol dire che il massimo dei nostri problemi sono di tipo botanico o sportivo-urbanistico. O forse no..?

Ma in fondo, chi cazzo se ne frega!

 

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